Pd monrealese, tra liti, imbarazzi e voglia di rinascita

Giorgio Vaiana

Cronaca

Pd monrealese, tra liti, imbarazzi e voglia di rinascita

18 Febbraio 2017 - 13:53

Dissidi, dissapori, tentativi più o meno efficaci di riportare la calma, di fare squadra, di ricompattarsi. Silenzi di qualcuno, a volte imbarazzanti perché proprio adesso dovrebbero parlare, dall’alto delle loro cariche. Invece si celano dietro impegni, i “non ho niente da dire”. Il Pd di Monreale, a scadenza per alcuni, “dieci mesi”, forse meno. Le due fazioni, i dissidenti (ma nessuno si offenda se li chiamiamo così), gli ex di una volta, quelli che vorrebbero esserci e ci saranno e quelli che vorrebbero esserci ma non ci saranno. Mai. Il ruolo degli assessori, la conta dei consiglieri. Insomma diciamo che è un casino, usiamo un termine forte, ma che rende bene l’idea.

Il Pd di Monreale sta vivendo la sua più grande crisi degli ultimi tempi. Non si riesce a trovare una soluzione. Il congresso nazionale è all’orizzonte e con esso anche quello del partito normanno. Per Fabio Ganci, che è stato segretario del Partito qualche tempo fa “il congresso locale, dopo le vicende di questi ultimi mesi, si appalesa come il necessario luogo istituzionale dove confrontarsi lealmente. Il circolo di Monreale ha una sua storia e non può ridursi a luogo dove si riflettono specularmente logiche e dinamiche aliene”.

Insomma sarà la resa dei conti. Perché l’arrivo di Antonio Rubino, nominato commissario straordinario, ma uomo di fiducia di Antonello Cracolici ha, se possibile, destabilizzato ancora di più l’ambiente. “Le divisioni sono frutto di percorsi mai positivi”, dice Massimiliano Lo Biondo. Rinascimento è la parola chiave, anche se Tonino Russo la pensa diversamente: “Al momento non mi pare ci sia nessun Rinascimento. La necessità è quella di dare una svolta a Monreale perché il Pd possa proporsi alla cittadinanza in maniera attiva interpretando un ruolo chiave per le politiche globali della città e per intervenire attivamente nel risollevare le sorti dei cittadini”.

“Il problema del Pd è questo Pd”, prosegue Lo Biondo che poi da una stoccata: “Il paradosso? Che l’avversario politico lo si individua sempre all’interno del partito stesso. Le primarie dovrebbero essere altra cosa. Anche a Monreale sono partite alcune polemiche. Contro Renzi. Con la cosa strana che a innescare la polemica a Monreale sono alcuni che nel 2013 hanno ideato le primarie (a pagamento) e le secondarie (gratuite) cittadine per far fuori il Pd stesso dalla corsa, con un proprio nome, alle elezioni amministrative. Penso che a volte sarebbe meglio tacere”.

Sul piatto della bilancia il nuovo segretario. Ma tutti si concentrano sul congresso. O quasi. “In atto abbiamo un commissariamento e nessun congresso viene preso in considerazione proprio perché non se ne è parlato nelle sedi opportune – dice Tonino Russo -. Abbiamo un partito che suona con la sua orchestrina facendo finta di nulla mentre la città sta affondando. Realizzare una prospettiva economica di urbanità di sviluppo socio-economico significa trovare una guida per invertire la tendenza. Forse si è costituito un “Cerchio tragico” e soltanto attraverso una vera presa di coscienza si potranno proporre idee chiare, grazie a donne e uomini che vorranno interpretare la nuova fase senza continuare a navigare a vista. Per governare in democrazia occorre avere un reale consenso mentre ad oggi spesso si cerca di vantare un demerito che in realtà non si possiede”.

“Ma come si fa a parlare di congresso senza avere un quadro chiaro della situazione politica di Monreale? – si chiede Salvino Mirto – Senza una situazione definita del ruolo che i cittadini aderenti al progetto della sinistra vogliono dare a questo partito, inutile fare progetti”.

“Oggi il Pd cittadino è l’ombra di sé stesso, un’entità astratta, senza una sede, commissariato dal regionale (quindi privato dei suoi organi dirigenti), con 2 gruppi consiliari – dice Lo Biondo -. Un risultato pessimo, di fronte a una vittoria e un numero di consensi mai raggiunto prima”.

“Se congresso deve essere, spero sia un evento sereno – dice Fabio Ganci – un luogo di confronto di idee politiche propositive e con la partecipazione di tanti giovani. Perché è da loro, con loro e per loro che possiamo, dobbiamo e vogliamo far politica. Mi auguro un congresso in cui i cittadini che vorranno essere parte importante nel processo, già brillantemente avviato, di rilancio culturale della città si tesserino solo e soltanto perché convinti in ciò dalle idee di chi vorrà assumersi la responsabilità di guidare il partito”.

Mirto poi punta il dito contro l’ex segretario Toti Zuccaro: “Dovrebbe ammettere che ha compiuto un percorso da rivedere e dire di aver sbagliato. Soprattutto ha trattato da solo con il sindaco Piero Capizzi il rimpasto, forzando la mano e chiedendo una fiducia che il partito non gli ha confermato. Probabilmente i veri dissidenti non sono quelli che si dicono fuori, ma coloro i quali hanno preso in mano le sorti del paese”.

Nessuno, però, ha avuto il coraggio di fare un nome su un papabile candidato alla segreteria: “Il nuovo segretario del Pd, con il direttivo, avrà il compito di far appassionare i giovani alla politica, alla bella politica. Il nuovo segretario dovrà essere un servitore del partito nell’interesse di Monreale. Dovrà essere, in altre parole, una persona indipendente da logiche correntizie che abbia come unica stella polare il bene di Monreale – dice Ganci -. E’ presto per parlare di possibili candidati alla carica di segretario. Ci sono diverse persone che hanno queste caratteristiche. Io certamente mi batterò con tutte le mie forze perché il circolo di Monreale possa tornare a essere un punto di riferimento per la vita politica”.

Chiusura dell’ex segretario Zuccaro: “Le polemiche nei miei confronti? Non ho nulla da dire. Ben venga il congresso del Pd per i circoli locali, in modo tale da poter ridare parola ai nostri tesserati, ma soprattutto chi fino ad oggi ha avuto posizioni diverse rispetto al segretario, potrà proporsi e candidarsi per occupare un ruolo di vertice. Dico sul serio: queste persone che hanno solo criticato si espongano e si candidino e dicano cosa vogliono fare del partito. Io di nuove segretario? Non mi ricandiderò”.

Alla stesura dell’articolo ha collaborato Raimondo Burgio.

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