Rapinatori con l’informatore in Questura: in sei finiscono in manette

Redazione

Palermo

Rapinatori con l’informatore in Questura: in sei finiscono in manette
Coinvolto anche un poliziotto, avrebbe ricevuto somme di denaro in cambio di informazioni sulle indagini a carico dei rapinatori

19 Ottobre 2016 - 09:13

C’è anche un poliziotto tra i sei palermitani arrestati dalla polizia. Sono accusati di corruzione. L’indagine, condotta dagli agenti della quinta Sezione della Squadra Mobile di Palermo ed iniziata nel dicembre del 2014, ha preso impulso da un’altra parallela attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Udine su un gruppo di rapinatori palermitani, dediti alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito del nord Italia, in particolare della provincia di Udine.

I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono:
1. P.G. classe ’72, appartenente alla Polizia di Stato;
2. Pietro Madonia, classe ’71, di “Ballarò”, pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Palermo, nel quartiere “Albergheria”;
3. Vito Leale, classe ’62, di “Ballarò”, pluripregiudicato per rapina e stupefacenti ed in atto detenuto presso il carcere di Sciacca (AG);
4. Guido Riccardi, classe ’85, del “Capo”, pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto presso il carcere di Trieste;
5. Rosolino Lo Iacono, classe ’72, del quartiere “Villagrazia”, pluripregiudicato per rapina ed in atto detenuto presso il carcere di Trapani;
6. Deborah De Lollis, classe ’69, incensurata e moglie di Lo Iacono.

Durante le indagini, sono state intercettate alcune conversazioni dalle quali era emerso che una “talpa”, verosimilmente appartenetene alla Polizia di Stato, dietro compenso di denaro, aveva fornito ai rapinatori informazioni su indagini sul loro conto ed in particolare su quelle relative ad una rapina che stavano per compiere ai danni di un istituto di credito della città di Udine. Così, a seguito dell’operazione effettuata dalla Squadra Mobile di Udine e che ha condotto al fermo dei predetti rapinatori, la Procura della Repubblica di Udine ha trasmesso i verbali delle registrazioni delle conversazioni tra i rapinatori all’ufficio di Palermo, luogo da cui era partita la presunta delazione tramite una telefonata. Da lì le indagini per identificare il presunto delatore, affidate alla Mobile palermitana.

Attraverso complesse e delicate investigazioni, gli agenti sono riusciti a raccogliere elementi fortemente indizianti circa un grave episodio corruttivo che vedeva coinvolto il poliziotto, il quale avrebbe ricevuto imprecisate somme di denaro da Rosolino Lo Iacono, Deborah De Lollis, Vito Leale, Pietro Madonia e Guido Ricciardi, in cambio di informazioni su indagini sul loro conto da parte della Polizia. Il poliziotto avrebbe, inoltre, rassicurato il gruppo sull’assenza di attività di intercettazione tecnica sugli autoveicoli nella disponibilità proprio di Lo Iacono.

Gli arrestati sono soggetti noti alle forze dell’ordine come rapinatori professionisti, dediti soprattutto a rapine in trasferta ai danni di istituti di credito, sistematicamente aggrediti attraverso la cosiddetta “tecnica del buco”.

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