Omicidio Zito, la Corte legge le sentenze e scatta l’aggressione dei parenti

Redazione

Palermo

Omicidio Zito, la Corte legge le sentenze e scatta l’aggressione dei parenti
Minacce e urla all'indirizzo delle parti civili e il pm Maurizio Bonaccorso, colpito al volto da un pugno. "Ammazziamo i picciriddi", avrebbero urlato i parenti dei condannati

23 Luglio 2016 - 16:32

Il caos è scopiato subito dopo la lettura delle sentenze, relative all’omicidio di Antonino Zito (nella foto), il fruttivendolo di Bonagia ucciso nel 2012. Il corpo carbonizzato fu trovato da un contadino a Santa Flavia, in contrada Spedalotto Valdina.

Il pm aveva chiesto due ergastoli, alla fine sono stati inflitti 30 anni a Maurizio Pirrotta, 27 a Pietro Mazzara e 5 a Carmelo Ferrara, i migliori amici della vittima. Questo è bastato per far scatenare l’inferno. I parenti degli imputati si sono scagliati contro le parti civili e il pm Maurizio Bonaccorso, sostituto procuratore, che è stato colpito al volto con un pugno. Per riportare la calma sono dovuti intervenire i carabinieri. Gli avvocati e i parenti della vittima si sono barricati in aula per delle ore. “Vi ammazziamo”, “Ammazziamo i picciriddi”, avrebbero urlato i parenti degli imputati, inferociti.

Antonino Zito

Antonino Zito

Antonino Zito fu freddato il 18 dicembre 2012 con un colpo alla nuca. La sua scomparsa era stata denunciata dalla famiglia il giorno prima. I carabinieri riuscirono a identificato grazie ad alcuni tatuaggi e alla fede nuziale. Già noto per precedenti legati al traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti, Zito – al momento dell’identificazione – aveva un foro d’arma da fuoco alla testa. Dopo l’esecuzione, il suo corpo fu dato alle fiamme per eliminare tracce del crimine e ostacolare l’identificazione del cadavere.

L’Associazione Nazionale Magistrati – si legge in una nota – apprende con sgomento la notizia della violenta aggressione fisica subita ieri dal pm della Procura di Palermo Maurizio Bonaccorso per mano dei parenti di due imputati di omicidio, alla lettura della sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Assise, costretta in seguito per ore a rimanere chiusa in camera di consiglio e scortata all’esterno dalle forze dell’ordine”. L’Anm “esprime solidarietà e sentita vicinanza ai colleghi vittime di una gravissima e inaccettabile azione criminale e condanna con fermezza questo vile attacco all’autorita’ giudiziaria, e manifesta, inoltre – prosegue la nota -, forte preoccupazione per le inadeguate e insufficienti misure di sicurezza presenti negli uffici giudiziari del Paese e invita le autorità competenti a intervenire con urgenza per assicurare idonei presidi nei Palazzi di giustizia affinché venga garantito il normale e corretto esercizio della giurisdizione, oltre che l’incolumità dei magistrati e di tutti gli operatori che quotidianamente sono impegnati per la tutela della legalità”.

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