La nuova vita del maresciallo monrealese Giuseppe Giangrande in un libro

Redazione

Cronaca

La nuova vita del maresciallo monrealese Giuseppe Giangrande in un libro
Presentato oggi a Firenze: “Io tornerò ad usare le braccia”, dice il carabiniere

28 Maggio 2016 - 20:35

“All’inizio ero perplessa. Temevo che venisse fuori un romanzo, una storia virtuale. E invece no, siamo proprio noi, qui c’è la mia famiglia”. Parla così al Corriere della Sera Martina Giangrande, 26 anni. Martina parla del libro che racconta la vita sua e di suo padre, il monrealese Giuseppe Giangrande.

Il libro è stato presentato presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sala simbolo di Firenze. Si intitola “Il prezzo della fedeltà. Storia di Giuseppe Giangrande” ed è stato scritto dal colonnello dei Carabinieri, Roberto Riccardi, con la prefazione del comandante generale Tullio Del Sette.

La sala è strapiena. Ci sono tutti: uomini in divisa, politici, sindaci, ministri, magistrati, cardinali. Sono lì per Giuseppe e Martina. Giuseppe, come tutti ormai sanno, è il maresciallo dei carabinieri ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile del 2013 da Luigi Preiti e oggi costretto a “una nuova vita” (come ha detto lui) su una sedia a rotelle. Martina è la figlia, che poco dopo aver perso la mamma, si è trovata ad accudire quel babbo costretto all’immobilità e non lo ha mai lasciato solo, dimenticando amici, discoteche e un lavoro sicuro dopo anni di precariato.

Il papà di Martina migliora giorno dopo giorno. “E’ forte ed ha un gran cuore”, dice Martina.
Lui, il maresciallo-eroe, la guarda e sorride. Nell’ultimo capitolo del libro le ha lasciato una sorpresa, a quella figlia speciale, una lettera (“Sei il mio angelo custode…”) e lei l’ha saputo solo dopo la pubblicazione. E quando gli chiedono che messaggio si sente di dare ai giovani lui ha già un modello di riferimento: “Fate come Martina, non mollate mai. Anch’io non mollo e sto cercando di recuperare in parte la funzionalità degli arti superiori. Ci vuole un amore immenso per la vita, qualunque cosa vi riservi il destino”. Già il destino. “Dove si lotta e si va avanti, si migliora, si ride e si piange, si affronta il dolore e la tristezza, si cercano briciole di felicità, si ama e si ringrazia chi ti è vicino”.

Nessun perdono per Preiti, quell’uomo che gli ha stravolto la vita per sempre. Giangrande vuole parlare solo del libro: “È bellissimo non perché parla di me — spiega — ma perché rappresenta il sacrificio che ogni carabiniere compie durante il suo servizio nell’Arma”. Il libro l’ha scritto un altro carabiniere, il colonnello Roberto Riccardi, una biografia che è anche l’essenza dell’appartenere all’Arma. “Tutti i mercoledì veniva a casa nostra e noi raccontavamo quest’altra vita”, ricorda Martina.

A parlare di quel libro e di Giangrande a Palazzo Vecchio ci sono il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette (che ha curato la prefazione del volume), il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, Gianni Letta, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Luca Lotti, il cardinale Giuseppe Betori, il sindaco di Firenze Dario Nardella.

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